In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un crescente utilizzo delle tecnologie informatiche e digitali in tutti gli aspetti della nostra vita.  Il progresso tecnologico ha già avuto un forte impatto sugli individui e sulla società in tutti i settori, determinando profondi cambiamenti nei processi produttivi, organizzativi e sociali. L’evoluzione di questa Società dell’informazione nell’età del digitale necessita di una riflessione importante su due concetti, oggi molto inflazionati nel linguaggio comune: informazione e comunicazione.

I termini di informazione e comunicazione hanno subito, nel corso degli ultimi anni, notevoli modifiche semantiche, perdendo il proprio senso originario e creando una ambiguità nel lessico corrente. In particolare il concetto di informazione appare a volte distorto o utilizzato impropriamente con significati molto diversi (dati, notizie, conoscenza). In effetti con informazione si intende oggi sia il dato informatico, quanto le notizie che vengono diffuse da quotidiani, televisioni e nuovi media al pubblico. (3)

L’Informazione è un elemento che permette la conoscenza di un concetto, di un’azione, di una situazione attraverso una rappresentazione tramite dei simboli di un evento “reale” occorso nell’ambiente circostante, che vengono organizzati in modo da essere comprensibili e significativi per un destinatario (il ricevente l’informazione).  (5)

I dati sono una possibile codifica simbolica e codificata dell’informazione che rappresentano fatti o eventi accaduti nell’ambiente circostante. Tali dati/simboli permettono la descrizione di un evento reale solo se organizzati e classificati in modo che i destinatari possano comprenderli: se estrapolati dal proprio contesto di riferimento perdono il significato univoco, perchè rappresentano qualcosa che non ha un valore intrinseco.

Quindi la rappresentazione, l’analisi, l’elaborazione dei dati fornisce un’informazione, che può essere più o meno distante dalla realtà in base al processo di elaborazione ed al contesto di riferimento.

Questa definizione implica la possibilità di una differenza tra la realtà e la rappresentazione della realtà elaborata e comunicata da un individuo (emittente) verso un altro individuo (ricevente) che a sua volta deve percepirla e rielaborarla, ed è in grado di cambiare la propria percezione della realtà.

Infatti, l’elaborazione e la comunicazione di un’informazione vengono condizionate dalle scelte e dalle capacità percettive e comunicative del soggetto emittente, così come dalle capacità selettive, di analisi e distinzione del soggetto ricevente: tutti questi elementi modificano ed integrano la visione finale della realtà. (1)

Le informazioni, così intese, non acquisiscono il valore di conoscenza fino a quando non vengono correlate alle esperienze e al modello relazionale della realtà del singolo soggetto.

Infatti la conoscenza è quell’insieme di informazioni elaborate e riorganizzate dall’individuo in relazione alla propria esperienza, comprensione, competenze e modellizzazione della realtà.

Quindi il soggetto ricevente può accrescere la propria conoscenza se è in grado di elaborare ed analizzare le informazioni ricevute per ottenere implicazioni critiche rapportate alle esperienze e competenze sviluppate in passato.(3)

Nella moderna Società dell’informazione, il flusso delle informazioni scorre ad alta velocità da diverse sorgenti (new media), senza lasciare all’individuo il tempo e lo spazio di riflessione per comprenderle ed analizzarle.(9) Questo non permette che la percezione dell’informazioni all’interno dell’individuo ricevente si relazioni e modifichi il proprio sistema di conoscenza. (1)

Pertanto l’uomo moderno si trova immerso in una società in cui l’eccesso di informazione riduce gli spazi da dedicare alla comprensione e alla ricerca di significato, comportando che l’aumento del volume dell’informazione ricevuta, invece di permettere all’individuo un maggiore estensione critica della conoscenza, configura una condizione di difficoltà all’ approfondimento del sapere. (2)(3)

L’aumento di estensione e di quantità dell’informazione si tramuta in una perdita di profondità. Questa situazione è amplificata dal fatto che, essendo presenti una elevata quantità di fonti emittenti non sempre accurate e veritiere, frequentemente la comunicazione veicola disinformazione, ossia informazione approssimata, distorta o falsa (fake news). (2)

In tal senso emergono i due maggiori effetti pericolosi della moderna Società dell’informazione,  che sono da un lato, il Sovraccarico di informazione e, dall’altro, il fenomeno della Disinformazione o Informazione approssimata. (7)

Questo fenomeno di Sovraccarico di informazione genera effetti molto simili a quelli del rumore che si traducono in un disorientamento cognitivo, in cui l’individuo attenua la propria capacità di percezione e riduce la soglia di attenzione. In altri termini accade che l’aumento del flusso di informazioni conduce ad una difficoltà dell’individuo ad elaborarle in maniera critica al fine di analizzarle e compararle al proprio modello razionale. (5)(2)(10)

Tale riduzione della capacità di analisi critica dell’individuo, oramai disattento è aggravata da una mancata formazione dell’uomo contemporaneo alla verifica della attendibilità delle fonti e quindi della veridicità delle informazioni (quali rappresentazioni della realtà). (4)

Il risultato è che l’uomo contemporaneo, immesso in un flusso di informazioni che non ha il tempo e i mezzi di assimilare ed analizzare, rischia di ritrovarsi in uno stato di accettazione passiva e di incapacità ad accrescere la propria conoscenza, per mancanza di un modello di riferimento in cui inserirle e con cui relazionale. Si instaura così una profonda divergenza tra l’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione (new media) e la reale capacità sociale dell’uomo di evolvere la propria capacità conoscitiva. (4)(1)

Tratto da “Informazione come conoscenza” – Orione, n.15 – dicembre 2018 – autori: V.De Luca, R.Ruggiero, A. Lombardi, G.Coppola, V.Bonaventura, S.Francese, S.Dimare, A.Dionisio, M.Illario

Bibliografia

  1. Shannon, C.E. e Weaver W., La Teoria matematica delle comunicazioni, 1949 Etas Kompass, Milano.
  2. Maldonado, T., Critica della ragion informatica, 1997, Feltrinelli, Milano.
  3. Breton, P. – L’utopia della comunicazione, Utet Libreria, Torino.
  4. Darbishire, H. et alii – 1999    Media e Democrazia. I media “Cani da guardia pubblici”, Ed.ni multimediali Sapere 2000, Roma.
  5. Enciclopedia Einaudi  – 1979  Informazione (voce), vol. VII, pp. 562-625.
  6. Meyrowitz, J. – Oltre il senso del luogo. L’impatto dei media elettronici sul comportamento sociale, Baskerville, Bologna.
  7. Morcellini M. e Fatelli G.B. – 1999   Le Scienze della Comunicazione. Modelli e percorsi disciplinari, Carocci, Roma (I^ ed.ne 1994)
  8. Rheingold, H. – Disinformocrazia, in “Virtual”, n. 2.
  9. Virilio, P. – 1995 La velocità assoluta, intervista in occasione dello European IT Forum, Parigi, 5 Settembre,
  10. Volli, U. – 1995 Apologia del silenzio imperfetto. Cinque riflessioni intorno alla filosofia del linguaggio, Feltrinelli, Milano.