La società in cui viviamo si è sviluppata attraverso modelli organizzativi e sociali che ruotano attorno ai grandi centri urbani, intesi come poli di lavoro e di servizi, che offrono l’illusione di opportunità in cambio di relazioni umane fragili e di rapporti effimeri.  Una continua trasformazione economica e sociale che, nel tempo, ha aumentato sempre più il divario tra il centro e le periferie urbane e territoriali.

Ma durante l’emergenza sanitaria determinata dal COVID-19 è emerso come le cosidette periferie e le aree interne distanti dai servizi pubblici essenziali forniti dai grandi centri urbani e che presentano ancora un digital divide elevato, possano trasformarsi in luoghi in cui è possibile continuare a vivere fruendo di servizi accessibili, distribuiti e condivisi, attraverso le nuove soluzioni tecnologie presenti sul mercato .

Questa emergenza ha indicato una nuova rotta possibile, una nuova sfida: utilizzare le tecnologie e il web per cambiare approccio, puntando sul decentramento in alternativa alla centralità, sulla condivisione distribuita delle risorse (cloud)  in alternativa alla concentrazione dei servizi.

A causa del distanziamento obbligatorio e dell’isolamento forzato, si sono avviate azioni per distribuire i servizi pubblici ( a partire da quelli sanitari) sul territorio, permettendo di arrivare al domicilio degli utenti, dando di fatto nuova linfa a strumenti tecnologici, come la telemedicina, sperimentati per anni ma mai messi a sistema. Proprio strumenti come la telemedicina permetterebbero di garantire l’accessibilità e la fruibilità dei servizi come chiave per il contrasto all’esclusione sociale ed economica nel rapporto tra centro e periferie, tra giovani e anziani, tra sani e fragili.

D’altro canto in questi anni si è assistito al costante invecchiamento della popolazione, come si evince anche dal cambiamento epidemiologico, caratterizzato dalla prevalenza delle patologie croniche che richiedono percorsi clinico assistenziali complessi e che rendono inadeguata una risposta sanitaria che si limiti agli aspetti strutturali centralistici di tipo ospedaliero.

Le nuove esigenze sanitarie di una popolazione di anziani, che invecchia all’ombra delle fragilità e delle cronicità, richiedono l’attuazione di nuove forme di gestione dei percorsi di salute dei cittadini che si sviluppino in una logica di Smart Health incentrata sul cittadino e sul benessere degli individui. Risulta necessario, pertanto, sviluppare e sperimentare applicazioni innovative, legate alla trasformazione digitale, per fornire assistenza medica domiciliare ai malati cronici e agli anziani, rivolta soprattutto a quelle popolazioni che vivono in aree di emarginazione, periferie, e soffrono di condizioni di fragilità.

Ancor più oggi durante l’emergenza sanitaria da COVID-19 le Aziende sanitarie pubbliche sono state chiamate a garantire l’erogazione di servizi a persone, nella maggior parte anziani, che si sono trovate isolate nel proprio domicilio, per le norme di distanziamento sociale,  ma che hanno comunque l’esigenza di una continuità di cura e assistenza dovute alle loro condizioni patologiche e di fragilità.

In tale contesto, la telemedicina è stata individuata come la possibile soluzione per garantire i servizi sanitari alle persone attraverso le tecnologie digitali che hanno il duplice scopo di contribuire a contrastare la diffusione di COVID-19 e di garantire per quanto possibile la continuità della cura e dell’assistenza. Infatti, il valore aggiunto della telemedicina è racchiuso proprio nella domiciliarità di un servizio assistenziale di qualità che permetta di far vivere l’anziano e i malati cronici nel proprio domicilio, come in una residenza protetta, integrata in un sistema socio-sanitario, connessa in una rete di assistenza al cittadino in grado di annullare l’isolamento geografico, ridurre gli accessi in ospedale, garantire supporto medico e sociale paragonabile a quello offerto nei grandi centri urbani.

In particolare il Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’inizio dell’emergenza nazionale da COVID-19, ha cercato di fornire il proprio supporto alla realizzazione di soluzioni concrete, rapide e aderenti alle norme vigenti, tali da offrire le migliori garanzie di sicurezza sanitaria sia per i pazienti che per i professionisti. Del resto sia dagli ospedali che dal territorio sono state avanzate richieste di interventi di telemedicina semplici e di rapida applicazione che abbiano approccio pragmatico sul piano tecnologico e organizzativo, ma siano anche rigorosi sul piano della pratica medica e della tutela della sicurezza. Così, vista la rapida evoluzione del COVID-19 e la prospettiva di dover affrontare un periodo non breve di distanziamento sociale, il 13 aprile 2020 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il Rapporto n.12/2020 relativo alle “Indicazione ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria COVID-19” con lo scopo di fornire a coloro che stiano organizzando servizi in telemedicina un modello di riferimento che ne faciliti la realizzazione in questo particolare periodo. Si tratta di un documento che affronta problematiche pratiche al fine di proporre soluzioni adottabili in modo semplice nella pratica clinica e assistenziale ma anche scientificamente sostenute dalle evidenze.  Per chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento si riporta nel seguito il link al Rapporto ISS n.12-2020.

Da quanto suddetto emerge che, aldilà delle attuali esigenze emergenziali, i nuovi modelli socio-sanitari possono offrire servizi di qualità anche presso il domicilio di un anziano che vive in periferia, o di una persona in isolamento sanitario, attraverso l’implementazione di sistemi innovativi, basati sulla fruibilità delle tecnologie digitali condivise e distribuite, modulari e scalabili secondo le effettive esigenze e capacità di fruizione  degli utenti.

Bibliografia

[1] Indicazione ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria COVID-19 – Rapporto ISS 12-2020 –  13.04.2020

[2] Progetto Pilota – SMART Care ASL BN – Servizi di Telemonitoraggio, ASL Benevento, Alberto Lombardi, maggio 2020