Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un crescente utilizzo delle tecnologie in tutti gli aspetti della nostra vita.

Del resto il progresso tecnologico ha già avuto un forte impatto in tutti i settori determinando profondi cambiamenti nei processi produttivi, organizzativi e sociali.

In particolare in ambito sanitario, l’introduzione delle tecnologie biomediche ha determinato un miglioramento continuo degli outcomes diagnostici-terapeutici con un’ottimizzazione e perfezionamento dei servizi offerti ai pazienti, nonché allo sviluppo di strumenti volti a garantire l’efficiente governance delle strutture.

Se l’investimento in innovazione rimane un inderogabile dato di fatto,  lo stesso si deve accompagnare, in tempi di spending review,  ad un attento controllo della spesa. Questa correlazione è difficile da implementare tant’è che diventa oggi una vera sfida per le aziende sanitarie riuscire a controllare la spesa conservando la qualità del servizio erogato, considerando che le stesse sono costrette a conciliare la riduzione dei costi con la qualità dei servizi in termini di salute.

In questo contesto emerge la necessità di attivare, sopratutto a livello aziendale e regionale,  strumenti di governance per gestire l’introduzione e l’utilizzo delle tecnologie nell’ambito del sistema sanitario, valutandone la sostenibilità economico-finanziaria.

Altro aspetto estremamente delicato e rilevante, legato all’utilizzo della tecnologia, riguarda la valutazione e la gestione dei rischi che l’introduzione della stessa comporta all’interno dei processi diagnostico terapeutici.  Infatti il grado di efficienza ed efficacia dei dispositivi medici può influenzare, direttamente ed indirettamente, il servizio prestato al paziente in termini di sicurezza di impiego, accuratezza diagnostica, tempo di accesso alle prestazioni sanitarie, oltre che pregiudicare potenzialmente  le condizioni di  sicurezza e salute del personale utilizzatore.

Su questa tematica il Sistema Sanitario Nazionale ha, già da tempo, posto una notevole attenzione relativa alla valutazione ed alla prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento degli apparecchi medicali ( vedi Raccomandazione n. 9, aprile 2009, del Ministero della Salute).

L’applicazione delle indicazioni ministeriali inducono all’adozione di metodologie, proprie dell’ingegneria clinica, finalizzate alla gestione del rischio associato all’uso di tecnologie biomediche in ambito sanitario, garantendo maggiore sicurezza e tutela dei pazienti e degli operatori.

Il processo di tecnologizzazione della cura, quindi, ha reso evidente la necessità di fare ricorso a competenze specifiche, tipiche dell’ingegnere clinico, tali da garantire una efficiente e corretta gestione delle tecnologie, sia dal punto di vista tecnico che economico, all’interno di ogni struttura sanitaria.

In questo contesto emerge l’importanza del ruolo e della professionalità dell’ ingegnere clinico all’interno delle strutture sanitarie che, per definizione, si occupa del governo strutturato dell’intero parco tecnologico, contribuendo ad innalzare il livello di sicurezza tramite l’adozione di metodologie ingegneristiche tipiche della gestione di processi complessi.

Fonte: Si rimanda alle fonti bibliografiche

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